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8 marzo, festa della donna

In questa giornata ci si permette di scherzare e, per alcune donne, di frequentare "una-tantum" luoghi dove per una volta la propria sessualità è libera di esprimersi. Qualcuno pensa sia "denigrante" guardare maschi seminudi, per le donne nella loro festa, perché qualcuno è morto (e muore) per difendere i suoi diritti.

C'è chi vorrebbe l'8 marzo una festa seriosa.

Non sono concorde. Se c'è chi definisce "zoccole" le donne che una volta l'anno si guardano uno strip maschile (e magari l'han fatto solo in un anno tra tutti gli 8 marzo festeggiati) quando ai maschi viene generalmente concesso e/o tollerato agli addii al celibato e non solo, beh, allora anche partecipare a una di queste feste è fare un passo verso la liberazione della propria sessualità o l'uguaglianza sociale. Fare un favore alle donne non è solo regalare loro una mimosa e tollerare che vadano a un comizio a parlare di libertà, se poi quando fanno ciò che vogliono, per la ragione che vogliono, vengono insultate e discriminate. Peraltro la conquista di una "libertà sessuale" includerebbe anche quella di poter essere davvero zoccola, in caso... Ma andare a uno strip tease non rende nessuno automaticamente tale, se non per i "talebano-inside" vecchio stile. Una mimosa, due parole di circostanza e la solita clausura imposta dal maschilismo non sono una festa alla donna. La festa della donna è: oggi è il tuo giorno, fai tutto ciò che vuoi, per la ragione che vuoi e non ti farò passare il mio punto di vista commentando il tuo operato con "giusto" e "sbagliato" imponendoti in realtà la mia volontà, la mia insicurezza e la mia arretratezza culturale. E' l'8 marzo, fate (o non fate) ciò che volete, intellettuale o grezzo che sia: è la vostra festa!

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