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Steampunk e cinema Cinese


Alcune chicche con richiami Steampunk e Dieselpunk dal cinema cinese. Completerò in futuro questo post con nuove aggiunte, ma nel frattempo spero gradirete queste segnalazioni.

THE BULLET VANISHES (Cina, 2012)

A proposito di questo film, il sito MyMovies dice: "Negli anni '20 del '900, per riisolvere l'intricato caso dei "proiettili fantasma", viene inviato a Shanghai il genio investigativo Song Donglu, affiancato per l'occasione dall'agente locale Guo Zhi. Tanto Donglu è calcolatore e poco incline all'azione, quanto Guo è irruento e dalla rivoltella facile. Le indagini della coppia si scontreranno ben presto con l'omertà dei padroni di una fabbrica di armi, che agitano lo spauracchio di una maledizione per sedare gli animi fra gli operai in sciopero. Razionalismo contro superstizione, genio investigativo mescolato a difficoltà emotive nel relazionarsi con gli uomini (e in particolare con l'altro sesso). Non servono molti minuti di The Bullet Vanishes per comprendere che i modelli di Donglu e Guo sono Sherlock Holmes e il Dr. Watson e, nello specifico, la loro versione Guy Ritchie più che quella di sir Arthur Conan Doyle. Fortunatamente Law Chi-leung - mestierante hongkonghese da tempo alle prese con progetti discutibili - si allontana in più di un frangente dal modello occidentale, aggiungendo elementi chiave originali che colpiscono positivamente lo spettatore."

A me è piaciuto e non poco, devo dire. Ambientazione molto "dieselpunk" (più che steam, quella Shanghai anni '20 ha molto dell'Europa della Belle Epoque), trama coerente, un buon giallo, l'investigatore usa metodi scientifici intriganti per spiegare gli eventi, fotografia e colonna sonora sono davvero belle. Visto per caso su Rai4 (quindi ne esiste una versione in italiano), è una visione raccomandata.

SCHEDA FILM MYMOVIES:

TRAILER YOUTUBE:

TAI CHI ZERO E TAI CHI HERO

MyMovies lo definisce così: "Elegantemente lo si potrebbe definire pastiche, con minore cortesia un autentico guazzabuglio, fatto sta che in Tai Chi 0 si trova di tutto, benché confusamente innestato: wu xia pian, steampunk in odore di Wild Wild West - sia per estetica che per attitudine simpaticamente cafona - comicità demenziale, cinema di arti marziali. Quest'ultimo, tralasciando il digitale e il ralenti a profusione a cui ricorre Stephen Fung - già idolo delle ragazzine, ora sempre più spesso transitato alla regia - è impreziosito dalle coreografie di Sammo Hung, che regalano una personale rivisitazione del Taijiquan (meglio noto da noi come Tai Chi) in una versione aggressiva e spettacolare, calata nello strampalato contesto del film."

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